Report ErTraffik's Profile

Statistics

All Anime Stats Anime Stats
Days: 22.7
Mean Score: 8.14
  • Total Entries70
  • Rewatched0
  • Episodes1,444
Anime History Last Anime Updates
Cyberpunk: Edgerunners
Cyberpunk: Edgerunners
Sep 29, 2022 4:37 PM
Completed 10/10 · Scored 10
Shinseiki Evangelion Movie: Air/Magokoro wo, Kimi ni
Shinseiki Evangelion Movie: Air/Magokoro wo, Kimi ni
Apr 24, 2021 10:43 AM
Completed 1/1 · Scored 10
Shinseiki Evangelion
Shinseiki Evangelion
Apr 5, 2021 3:37 AM
Completed 26/26 · Scored 10
All Manga Stats Manga Stats
Days: 30.2
Mean Score: 7.57
  • Total Entries36
  • Reread0
  • Chapters4,968
  • Volumes384
Manga History Last Manga Updates
JoJo no Kimyou na Bouken Part 8: JoJolion
JoJo no Kimyou na Bouken Part 8: JoJolion
Mar 24, 2023 9:52 AM
Completed 110/110 · Scored 9
JoJo no Kimyou na Bouken Part 7: Steel Ball Run
JoJo no Kimyou na Bouken Part 7: Steel Ball Run
Jan 14, 2023 1:24 PM
Completed 96/96 · Scored 10
Berserk
Berserk
Oct 18, 2021 4:43 AM
Completed 380/? · Scored 10

All Favorites Favorites

Anime (6)
Manga (4)
Character (9)

All Comments (14) Comments

Would you like to post a comment? Please login or sign up first!
nova_amospaceman Jun 30, 2021 10:44 AM
seh negro
Midenmiru May 13, 2020 10:15 AM
stai reppand frA
JollyKawaii Sep 12, 2019 2:39 AM
Nino cecchini sborro
JollyKawaii Mar 2, 2019 10:55 AM
ehi
JollyKawaii Mar 1, 2019 11:01 AM
La bestemmia è un'ingiuria o un epiteto offensivo riferito a una divinità e che appartiene alla sfera del turpiloquio.

Nell'uso comune il termine è usato come sinonimo di imprecazione e blasfemia. Letteralmente, per imprecazione si intende, propriamente in ambito religioso, una violazione del comandamento biblico "non nominare il nome di Dio invano", tramite la semplice pronuncia del nome o di un epiteto identificativo di una divinità fuori dal contesto religioso di riferimento. La blasfemia, invece, nel suo significato più proprio, indica un'espressione irriverente nei confronti della divinità o anche della religione, attraverso discorsi contrastanti con le verità di fede[1].

Le parole "bestemmia" e "blasfemia" derivano entrambe dal greco ἡ βλασφημία, τῆς βλασφημίας / blasphêmía, derivato da βλάπτειν / bláptein, "ingiuriare", e da φήμη/φάμα / phếmê o pháma (dialetto dorico), "reputazione", da cui deriva blasphemia in latino e che denota letteralmente la diffamazione.


Indice
1 Campi semantici
1.1 Nell'antichità
1.2 Nella Bibbia
1.2.1 Antico Testamento
1.2.2 Nuovo Testamento
1.2.3 La bestemmia contro lo Spirito Santo
1.3 Nel Corano
1.4 Nella storia
2 Aspetti legali
3 Bestemmie più comuni in Italia
3.1 Eufemismi
4 Nel Cattolicesimo
5 Riferimenti culturali
5.1 Letteratura
5.1.1 Opere letterarie che contengono bestemmie
5.2 Cinema
5.3 Gruppi musicali
5.4 Fumetti
5.5 Internet
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Campi semantici
La lingua italiana contemporanea utilizza una singola accezione di bestemmia, cioè quella consistente nell'ingiuria esplicita verso la divinità o verso soggetti ad essa correlati.

Nei testi italiani meno recenti, così come nelle traduzioni di testi antichi, il significato della parola può essere diverso: la parola "bestemmia" può indicare un'affermazione che offende una verità religiosa accettata come tale dai fedeli.

Nell'antichità
Presso i popoli primitivi esisteva la convinzione che la parola possedesse una forza magica, cioè che fosse in grado di rendere magico l'oggetto interessato, di modificarlo. La funzione antica della bestemmia, così come dell'invettiva e della calunnia vanno compresi alla luce di tale mentalità.

Negli scritti greci profani possono essere indicate come bestemmie le false presentazioni della divinità, per esempio le forme antropomorfe[2], come pure il dubbio circa la potenza della divinità.

Nel diritto romano la bestemmia non era considerata un reato. Il brocardo "deorum iniuriae diis curae" (delle ingiurie agli dei si occupino gli dei) esprimeva il carattere laico dello stato[3]. Infatti lo stato romano fu sempre caratterizzato dalla presenza di diverse religioni. Solo quando nel 380 il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero la bestemmia fu considerata un grave delitto, da punire con la morte o altre incisive sanzioni penali[4]. Col Codice Giustinianeo del 534 la bestemmia fu sanzionata con la pena di morte[5].

Nella Bibbia
Antico Testamento
Nell'Antico Testamento greco il termine βλασφημέω (blasphemeo) dice sempre riferimento, diretto o indiretto, contro la maestà divina, e, con poche eccezioni, indica sempre l'ingiuria a Dio dei popoli nemici di Israele[6]. Alcuni esempi:

Nel paragone con il re di Assur, JHWH è privato di ogni potere, è "reso inferiore", cioè insultato (2 Re[7]).
Quando Israele viene assalito è JHWH che viene bestemmiato (Tobia[8], 2 Mac[9]).
Quando Edom si felicita della rovina di Israele, insolentisce contro JHWH (Ez[10]).
Dato che per i pagani il Dio d'Israele non è fonte di speranza, essi sono in genere indicati come bestemmiatori di Dio (cf. Dn[11] Versione dei Settanta).

L'espressione di Levitico[12]:

«Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare.»

si interpreta nel senso che anche solo menzionare il nome di JHWH è una bestemmia, perché tale nome non deve essere assolutamente pronunciato (Es[13]). Viene comminata la morte non soltanto agli israeliti che bestemmino, ma anche ai pagani (2 Re[14], 2 Mac[15], ecc.)

L'affermazione di Giobbe[16]: La collera non ti trasporti alla bestemmia, l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare, è interpretata da mons. Gianfranco Ravasi nel senso che "anche la bestemmia, come conferma il libro di Giobbe, è una forma di preghiera. Esprime un'istanza metafisica, tipica della preghiera degli atei, nel limite e nella solitudine: è una forma di superamento del limite imposta dall'impotenza che l'uomo avverte per sé"[17].
Il giudaismo conserva in genere la valenza dei testi esaminati della Versione dei Settanta.

Nuovo Testamento
I termini legati alla radice di βλασφημέω compaiono nel Nuovo Testamento 56 volte, di cui 34 nella forma di verbo, senza che ci sia alcun libro nel quale tali voci siano più attestate che in altri. Si tratta sempre di un uso religioso, cioè in riferimento diretto o indiretto a Dio (eccetto Gd[18]): bestemmie contro Dio sono parole o atteggiamenti che offendono la gloria e la santità di Dio[19].

I significati riscontrati sono i seguenti:

Bestemmia come mancanza contro la maestà di Dio. Può essere contro Dio stesso (At[20], Ap[21]) o contro il suo nome (Rm[22], 1Tim[23], Ap[24], dove il nome è parafrasi di Dio stesso), come contro la parola di Dio (Tt[25]) o contro gli angeli di Dio (2Pt[26]). Lo stesso Gesù, quando rivendica alla sua parola e alle sue azioni un'autorità messianica e si attribuisce diritti e poteri (per esempio, quello di rimettere i peccati, Lc[27], Mt[28]), appare agli occhi dei giudei come un bestemmiatore di Dio (Mc[29], Gv[30]). La sua condanna a morte è basata tra l'altro sulla bestemmia di Dio (Mc[31] e par., Mt[32]). Anche nel tardo giudaismo tale delitto comporta la morte.
Bestemmia come negazione della messianicità di Gesù, a cui consegue l'ingiuria e la derisione (Mc[33] e par., Lc[34]); chi lede la dignità dell'inviato, Gesù, con la bestemmia, pecca contro Dio stesso.
Bestemmia come ingiuria rivolta verso i discepoli di Gesù: la chiesa di Cristo e i suoi membri che testimoniano il Cristo con la loro vita sono oggetto delle ingiurie che avevano colpito il loro Signore (1 Pt[35], Ap[36]). Allo stesso modo Paolo deve a sua volta patire le persecuzioni che aveva prima consumato contro i cristiani (At[37], 1 Tim[38]). Bestemmiare la chiesa che porta il nome di Cristo costituisce derisione del Cristo e indirettamente bestemmia contro Dio.
La condotta cattiva dei discepoli può essere occasione di bestemmia contro Dio o contro la sua parola (1 Tim[23], Tt[25]). La vocazione dei discepoli è quella di contribuire alla glorificazione del Padre (Mt[39]). In questa linea vanno compresi anche i cataloghi dei vizi in cui si trova sempre la condanna della bestemmia (Ef[40], Col[41], 1 Tim[42]; 2 Tim[43]). La bestemmia è presentata quale caratteristica specifica dei pagani e dei cristiani apostati.

Giuda[18] parla di una bestemmia contro esseri gloriosi. L'espressione, non chiara, si riferirebbe a propagatori di false dottrine dalla vita libertina, che con la loro immoralità contravvenivano a determinate esigenze rituali e ascetiche delle potenze angeliche (δὸξας), bestemmiando così questi esseri gloriosi[44].

La bestemmia contro lo Spirito Santo
Il peccato della bestemmia può essere perdonato (Mc[45], Mt[46]), ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata (Mc[47]). Tale loghion, di carattere per noi enigmatico, viene interpretato comunemente nel senso che, tra coloro che recano ingiuria allo Spirito Santo vi sono alcuni che, pur riconoscendo l'azione dello Spirito di Dio nell'attività di Gesù, possono (e in questo consiste la bestemmia) scambiare la fede in Dio con la fede nel diavolo; il loghion mette in guardia, con profonda serietà, dal quest'estrema e quasi inimmaginabile possibilità demoniaca dell'uomo di dichiarare guerra a Dio, non in debolezza e in dubbio, ma dopo essere stato sopraffatto dallo Spirito Santo, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra[48]. Questo bestemmiatore diventa pienamente consapevole nell'incontro con Dio. "Perciò colui che bestemmia lo Spirito impreca non più un Dio Lontano del quale si è fatta un'idea ridicola, ma un Dio che gli ha manifestato la sua opera di grazia convalidata dal segno della rivelazione. Per cui dovrebbe rivolgersi a lui con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia"[49].

Nel Corano

Lo scrittore Salman Rushdie accusato di blasfemia e soggetto di una fatwā emanata dall'Ayatollah Ruhollah Khomeini, il Leader Supremo dell'Iran, nel febbraio 1989.
Al contrario di alcune religioni - fra cui l'Ebraismo - il Corano esorta i suoi fedeli a nominare spesso il nome di Dio (che, in base a una semplice lettura del testo sacro dell'Islam, è Allāh, ma anche al-Rahmān, ossia "Il misericordioso").

Nella parlata araba e di altre lingue di Paesi di cultura islamica, si usano dunque numerose espressioni e interiezioni che impiegano il termine Allāh o i sinonimi relativi all'Essere Supremo: "Se Dio vuole" ( in shāʾ Allah ), "Dio mi perdoni" ( istaghfiru llāh ), "Mi rifugio in Dio" ( Awdhu bi-llāh ), "Dio ne sa di più" ( Allāhu aʿlam ) o il noto takbīr (Allāhu Akbar ) o il semplice Yā Allāh! (Oh Dio!).

Accostare il nome di Dio o del profeta Maometto a sostantivi o aggettivi insultanti oppure osceni costituisce nondimeno uno dei principali peccati, sanzionati con la massima durezza dalla giurisprudenza islamica, che qualifica questo reato come tajdīf (in arabo: تجديف‎). Questo fu appunto il caso delle bestemmie rivolte al profeta dell'Islam da parte di un folto gruppo di oltranzisti cristiani mozarabi di Cordova (i cosiddetti "Martiri di Cordova") che, all'epoca dell'Emirato dell'omayyade ʿAbd al-Raḥmān II (822-852), si recarono ripetutamente nella moschea principale per rivolgere pubblicamente insulti a Maometto, venendo immancabilmente sanzionati col carcere e la pena di morte.
Anche più di recente tale grave fattispecie giuridico-religiosa è stata ipotizzata per quanto riguarda la nota opera letteraria di Salman Rushdie I versi satanici, anche se il reato contestato dai mullah sciiti iranici e dall'Ayatollah Khomeini fu piuttosto quello di apostasia, in punta di principio sciaraitico sanzionabile parimenti con la pena di morte.

Nella storia
Nella repubblica di Venezia esistevano magistrati detti Esecutori contro la Bestemmia.

Aspetti legali
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Leggi sulla blasfemia.
La bestemmia ingiuriosa e triviale, in quanto offensiva del sentimento religioso dei rispettivi fedeli, è punita nelle legislazioni penali vigenti in molti paesi sia teocratici che laici; in questi ultimi, i termini della legge sono stati estesi per tener conto delle sensibilità religiose delle popolazioni immigrate da altri paesi.

In alcuni paesi la bestemmia non è un crimine. Per esempio, negli Stati Uniti d'America essere perseguiti per questo crimine violerebbe la Costituzione secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza nel caso Joseph Burstyn, Inc contro Wilson. Nel Regno Unito, precisamente in Inghilterra e Galles i reati di blasfemia sono stati aboliti nel 2008. In Europa, il Consiglio d'Europa ha raccomandato che i paesi membri adottino leggi a favore della libertà d'espressione. Nei paesi in cui è in vigore la shari'a ed in altri paesi (come ad esempio il Pakistan), la blasfemia è un reato punibile con la pena di morte.

In luogo del reato di blasfemia, o in aggiunta ad esso, alcuni paesi vietano l'incitazione all'odio su base religiosa, il vilipendio della religione o gli "insulti religiosi". Queste reati si configurano con la citazione in giudizio effettuata da chi si senta offeso nei confronti della propria sensibilità religiosa.

Bestemmie più comuni in Italia
Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. porca miseria, porca puttana), le bestemmie italiane più diffuse accostano l'epiteto porco[50] al nome da profanare: i più tipici esempi sono infatti i nominativi della divinità e della Madonna associati prima o dopo l'elemento lessicale offensivo (spesso tale elemento coincide con il termine riferito al suino, porco o maiale). Essi sono testimoniati anche dalla letteratura contemporanea, in questa forma (Ammaniti, 2004, p. 46) o in alcune varianti (Iddio invece di Dio, Manganelli, 1975, p. 125; mapporco, Scòzzari, 1996, p. 29). Anche Pasolini, nelle opere ispirate alla vita di borgata,[51] riproduce queste bestemmie, ma censurandole in porco d... e porca m...[52]

L'epiteto porco non è però l'unico. Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come bestia[53], boia, ladro, merda, serpente, orco e cane, quest'ultima specialmente in Italia settentrionale; nella forma dialettale can è il tipico intercalare veneto. Sempre in Veneto sono molto usati "mas-ciò", "lazaròn" e "luamàro" (rispettivamente maiale, lazzarone e letamaio). In Piemonte frequentemente l'epiteto usato è "fàuss" (falso). Inoltre, tra gli altri epiteti offensivi si nomina "mannaggia" associato prima del nome della divinità (utilizzato specialmente per Cristo e per la Madonna), e "puttana" se la bestemmia è rivolta alla Madonna.

Eufemismi
Niente fonti!
Questa voce o sezione sull'argomento voci comuni non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Frequente è il mascheramento del nome venerato in vocaboli assonanti, a volte dotati di significato ("Maremma" o “Madosca” per "Madonna"; "zio", oppure "diesel", "due", "duo", "Diaz", "disco", "Dionisio", "Diogene", "Diomede" per "Dio"; "Christian", "Cristoforo", "cristallo", "Cristopher", "cribbio" per "Cristo"), a volte privi di senso ("diu", "dao", "tio", "dino", "dinci", "dindio" ("tacchino" in veneto), "dindo", "disse", "diona", "diose", "madosca", "cristianamento"), e "ostrega" al posto di "ostia".

Fenomeno inverso è la sostituzione dell'epiteto offensivo: essa può tradire l'intento blasfemo (es. "porlo" per "porco", "bo" per "boia") o tradursi in un'espressione ancora forte ma non più ingiuriosa. È il caso dell'eufemismo "perdio",[54] registrato come lemma autonomo dai dizionari, e dei suoi derivati ancora più blandi ("perdinci",[55][56] "perdiana").[57]

Su questa scia si pongono espressioni che sostituiscono l'epiteto offensivo con sostantivi e aggettivi privi del tradizionale senso di impurità (es. "campanaro", "povero", "cantante", "Carlo"; nell'area modenese e reggiana, però, si nomina un "cantero" che può riferirsi al pitale[58]), quando non, apparentemente, benevoli ("caro", "bono", "bello", "santo", "benedetto", "beato"). Tra gli eufemismi si nomina anche l'associazione tra "Dio" e "Cristo".

Inoltre, vi sono altre espressioni usate per mascherare l'intera bestemmia, utilizzando parole inventate o non, che si basano sulla somiglianza fonetica ("Marcoddio", "Bioparco", il veneto "Orcodì" - dove "dì" sta per "giorno", "Porto mio" - alcune versioni usano "Orto", "Brontolio", ecc.).

Nel Cattolicesimo

Il bestemmiatore lapidato, Gérard Hoet et Abraham de Blois, Immagini della Bible, , P. de Hondt editore, La Haye, 1728.

Il cosiddetto graffito di Alessameno, al museo sul colle Palatino a Roma, graffito pagano del secondo secolo che ritrae un uomo che adora un asino crocifisso, presumibile presa in gioco di un soldato cristiano. L'iscrizione riporta ΑΛΕΞΑΜΕΝΟΣ (ΑΛΕΞΑΜΕΝΟC) ΣΕΒΕΤΕ (CEBETE) ΘΕΟΝ, che si traduce "Alexamenos rispetta Dio".
L'insegnamento morale della Chiesa cattolica applica il secondo comandamento Non pronunciare il nome di Dio invano alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento.

L'imperatore Giustiniano giudicava i bestemmiatori meritevoli di morte più di qualsiasi altro delinquente e Filippo II li faceva affogare con una grossa pietra al collo. Luigi IX faceva forare la lingua dei bestemmiatori con un ferro rovente e diceva che egli stesso si sarebbe sottoposto a tale supplizio pur di eliminare la bestemmia dal suo regno.[senza fonte]

Alcuni uomini e padri della Chiesa, autorevoli per la santità della vita nonché per l'alto insegnamento lasciato in eredità alla Chiesa come sant'Agostino d'Ippona, san Girolamo, san Tommaso d'Aquino, san Bernardo da Chiaravalle, san Bernardino da Siena fin dall'antichità hanno ritenuto la bestemmia come il peccato più grave tra tutti i peccati mortali.

Padre Pio ha scritto nell'Epistolario: «La bestemmia attira la maledizione di Dio sulla tua casa ed è la via più sicura per andare all'inferno».

San Giovanni Crisostomo ha scritto negli Annali: «Per la bestemmia vengono sulla Terra le guerre, le carestie, i terremoti, le pestilenze. Il bestemmiatore attira il castigo di Dio su se stesso, sulla sua famiglia e sulla società: Dio, per la bestemmia, spesso punisce gli uomini in generale, ma a volte punisce anche il singolo in particolare. Pur se nel corso della vita ci sono dei bestemmiatori che non vengono puniti dalla giustizia di Dio, alla fine della vita nessuno sfuggirà alla sua sentenza».

Papa Giovanni Paolo II, parlando del disprezzo rivolto contro il "nome di Dio", elenca (21 marzo 1993), oltre la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamente offensive del sentimento religioso".

Riferimenti culturali
Nelle religioni patriarcali, come quelle abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam), il corpo e l'istinto naturale animale a livello popolare sono spesso percepiti fortemente negativi e triviali[59]; perciò una tipica bestemmia per queste religioni è l'identificazione con animali quali i suini, oppure ancora come escrementi.

Letteratura
Nella Divina Commedia, i dannati bestemmiano mentre sono in attesa di essere traghettati da Caronte sull'altra riva del fiume infernale Acheronte:"Bestemmiavano Dio e lor parenti, / l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme / di lor semenza e di lor nascimenti" (Inferno - canto terzo, vv. 103-105). Procedendo per il mondo infernale, incontriamo i bestemmiatori sulla distesa infuocata del terzo girone del settimo cerchio (Inferno - Canto quattordicesimo).

Poiché la bestemmia, nella storia, è stata spesso contrastata da legislazioni mirate a sopprimerne la diffusione, non ne è particolarmente frequente l'uso in letteratura dove, nei rari casi in cui se ne trovano accenni, è spesso censurata o variamente mascherata. L'esempio più eminente è quello dell'opera in francese di Rabelais, scritta a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. Come analizzato dal critico russo Mikhail Bakhtin, l'uso sistematico della bestemmia e del corpo grottesco, nel contesto carnevalesco, ha il significato di una gioiosa celebrazione della vittoria della vita.

Nella poesia di Giuseppe Gioachino Belli, la bestemmia si esprime attraverso un accostamento, apparentemente casuale, tra espressioni che indicano il sacro e termini triviali.

Alla bestemmia, il poeta romanesco ha dedicato un suo sonetto, il n. 232, Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano, in cui l'autore ammonisce il bestemmiatore invitandolo a non bestemmiare, per paura che Dio lo punisca. Ovviamente, l'intero sonetto è estremamente ironico e suscita nell'attento lettore sensazioni di acuta comicità.

(it(ROM))
«232. Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano
Bbada, nun biastimà, Ppippo, ché Iddio
è Omo da risponne pe le rime.
Ma che ggusto sce trovi a ste biastime?
Hai l'anima de turco o dde ggiudío?

C'è bbisoggno de curre in zu le prime
a attaccà cor pettristo e cor pebbío?[60]
Chi a sto monno ha ggiudizzio, Pippo mio,
pijja li cacchi e lassa stà le scime.[61]

Poi, sce sò ttante bbelle parolacce!
Di' ccazzo, ffreggna, bbuggera, cojjoni;
ma cco Ddio vacce cor bemollo[62] vacce.

Ché ssi lleva a la madre li carzoni,[63]
e jje se sciojje er nodo a le legacce,[64]
te sbaratta li moccoli[65] in carboni.»

(IT)
«Sonetto 232. Primo: non nominare il nome di Dio invano

Bada, non bestemmiare, Pippo, perché Iddio
è tipo da rispondere per le rime.
Ma che gusto ci trovi in queste bestemmie?
Hai l'anima di turco o di giudeo?

C'è bisogno di ricorrervi subito
ed iniziare col "pettristo!" e col "pebbío!"?
Chi a questo mondo ha giudizio, Pippo mio,
se la prende con i deboli e lascia stare i forti.

Poi, ci sono tante belle parolacce!
Di' cazzo, fregna, in culo, coglioni;
ma con Dio vacci piano, vacci.

Perché se toglie alla madre i calzoni,
e gli si scioglie il nodo ai lacci,
ti trasforma gli impropèri in carboni[66].»

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 232, Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano, 12 novembre 1831)
Ne esce fuori l'immagine di un dio iracondo che reagisce violentemente contro l'incauto bestemmiatore. In un altro sonetto[67], invece, una madre redarguisce il figlio spiegandogli che bestemmiare non è così grave (perché a Dio non fa né caldo né freddo) quanto imprecare contro persone vive:

(it(ROM))
«647. L'imprecazzione
Nu lo sai che ccos'è un'imprecazzione?
è ppiú ppeggio assai ppiú dd'una bbiastima.

Perché cquesta er Zignore nu la stima
nemmanco pe 'na coccia de melone:
eppoi, bbeato lui, sta ttant'in cima
che nnun j'ariva a un pelo de cojjone.»

(IT)
«Sonetto 647. L'imprecazione

Non lo sai che cos'è un'imprecazione?
è peggio assai d'una bestemmia.

Perché questa il Signore non la considera
neanche una buccia di melone:
eppoi, beato lui, sta tanto in alto
che non gli arriva a un pelo di coglione.»

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 647, L'imprecazzione, 22 dicembre 1832)
Opere letterarie che contengono bestemmie
Dante Alighieri, la Divina Commedia, (1321) (Inferno, Canto XXV, vv. 1-3)
François Rabelais, Gargantua e Pantagruele, (1532)
Marchese de Sade, Le 120 giornate di Sodoma, (1784)
Giorgio Manganelli, Mammifero italiano, (2007), (p. 125, da un articolo del 27 febbraio 1975)
Enzo Biagi, Italia, Milano, Rizzoli Editore, 1975.
Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini, (1980, Feltrinelli) (pagine versione 2005: p. 9, 13, 25, 27. Circa p. 85, 106, 120)
Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, (1991)
Filippo Scòzzari, Prima pagare poi ricordare, Castelvecchi, 1997, (pp. 7, 19, 29, 39).
Stefano Benni, Comici spaventati guerrieri, (1986)
Niccolò Ammaniti, nel racconto Sei il mio tesoro (p. 46), pubblicato nel libro Crimini (2004, Einaudi, ISBN 88-06-17576-9)
Niccolò Ammaniti, Io non ho paura (p. 91), (2001, Einaudi)
Andrea Carraro, L'erba cattiva, Giunti, 1996.
Roberto Saviano, Gomorra, Mondadori, 2006.
John Fante, Aspetta primavera, Bandini, (1937)
Umberto Eco, L'isola del giorno prima (1994), Il pendolo di Foucault (1988) e Baudolino (2000)
Henry Miller. Tropico del Cancro, (1934)
James Joyce, Ulisse, (1922)
Charles Bukowski, Donne
Giuseppe Dessì, Paese d'ombre
Fruttero & Lucentini, A che punto è la notte, (1979)
Guillaume Apollinaire, Le undicimila verghe, (1907)
Luigi Meneghello, Libera nos a Malo, (1963)
Cinema
Alcune pellicole riportano bestemmie al fine di impregnarle di realismo, caratterizzando in tal modo situazioni di grande tensione e di profonda espressività. Altri film contengono situazioni umoristiche riguardanti la religione o ne fanno una parodia.

Novecento, regia di Bernardo Bertolucci (1976)
Antonio Gramsci - I giorni del carcere, regia di Lino Del Fra (1977)
L'albero degli zoccoli, regia di Ermanno Olmi (1978)
Brian di Nazareth (Life of Brian) con i Monty Python, regia di Terry Jones (1979) (parodia religiosa)
Sono fotogenico, regia di Dino Risi (1980)
La festa perduta, regia di Pier Giuseppe Murgia (1981)
Amore tossico, regia di Claudio Caligari (1983)
Verkaufte Heimat, regia di Karin Brandauer (parte 1 e 2) e Gernot Friedel (parte 3 e 4), (1989)
Assassini nati (Natural Born Killers)[68], regia di Oliver Stone (1994)
I laureati, regia di Leonardo Pieraccioni (1995)
Dogma, regia di Kevin Smith (1999) (parodia religiosa)
South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero (South Park: Bigger, Longer & Uncut), regia di Trey Parker (1999)
L'uomo in più, regia di Paolo Sorrentino (2001)
L'ora di religione, regia di Marco Bellocchio (2002)
Babbo bastardo (Bad Santa), regia di Terry Zwigoff (2004)
Jackass Number Two, regia di Jeff Tremaine (2006)
Anche libero va bene, regia di Kim Rossi Stuart (2006)
Caos calmo, regia di Antonello Grimaldi (2007)
Le streghe di Salem (The Lords of Salem), regia di Rob Zombie (2012)
Facciamola finita (This Is the End), regia di Evan Goldberg e Seth Rogen (2013)
Gruppi musicali
Il gruppo Elio e le Storie Tese è noto per aver utilizzato il modo di dire eufemistico "porco dighel" (che in milanese sarebbe letteralmente "porco diglielo") nella canzone Supergiovane. Tuttavia (successivamente, quando Abatantuono inizia a parlare) si sentono chiaramente in sottofondo due bestemmie più esplicite.

La canzone 1.9.9.6. degli Afterhours, contenuta nell'album Hai paura del buio? si apre con una bestemmia rivolta al Cristo.

Molte delle prime canzoni del gruppo greco Rotting Christ (letteralmente: Cristo marcente, in putrefazione) contengono riferimenti all'occultismo e imprecazioni.

Molte canzoni dei Prophilax e del loro side-project San Culamo fanno ampio uso di linguaggio scurrile e bestemmie; i temi trattati sono prevalentemente di natura goliardica.

La canzone (Zia) Sirvana del gruppo Santarita Sakkascia, pubblicata sulla cassetta Rotta verso l'ignoto del 1992, è una reinterpretazione del brano Smells Like Teen Spirit dei Nirvana che presenta però, al posto del testo, tutta una serie di bestemmie varie.

La canzone Santa Marinella dei Gogol Bordello contiene una bestemmia sulla Madonna, ripetuta più volte, sono inoltre presenti altri insulti sempre in italiano.

In un monologo di Giorgio Gaber dal titolo L'ultimo uomo si può sentire l'eufemismo di una bestemmia ad accentuare un infervoramento contro i giovani.

Fumetti
La bestemmia è stata frequentemente usata nei fumetti underground italiani degli anni settanta come Ranxerox o quelli di Andrea Pazienza.

Internet
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Germano Mosconi.
Nel 2005 individui anonimi hanno pubblicato su Internet un video contenente un montaggio di varie bestemmie e imprecazioni dette durante diversi fuori-onda (telegiornale di Telenuovo) dal giornalista sportivo Germano Mosconi[69]. Data la sua comicità involontaria, tale video ha riscosso un grandissimo successo, tantoché le frasi dette dal giornalista sono diventate un vero e proprio tormentone tra i giovani. In breve tempo sono nati diversi siti Internet e fan club dedicati al giornalista, sono stati creati diversi fotomontaggi che utilizzano il viso e le bestemmie di Mosconi, e anche molte parodie e ridoppiaggi di diversi film e cartoni animati che utilizzano la voce del giornalista[70].

I video, sia quelli originali tratti dalle registrazioni del telegiornale e sia le parodie, continuano ancora oggi a riscuotere un grande successo.

Tuttavia, nonostante il grande successo delle sue imprecazioni, Mosconi non ha mai gradito questa notorietà[71], tanto da esporre una denuncia verso ignoti per la pubblicazione del video e di rifiutare qualsiasi intervista riguardante il fenomeno di Internet[69].

Esistono, inoltre, diversi siti Internet che nascono con lo scopo di essere blasfemi. Anche l'enciclopedia satirica Nonciclopedia, contiene delle bestemmie in diverse pagine.

Note
^ Lemma "Bestemmia" nel Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
^ Platone, Resp. II, 381; Vettio Valente, I, 22; II, 2)
^ Deorum iniuriae deis curae - Che delle ingiurie agli dei si occupino gli dei - Brocardi.it
^ Il Cristiano - Febbraio 2004 Archiviato il 12 agosto 2014 in Internet Archive.
^ ' NON BESTEMMIARE, DI' PERBACCO' - la Repubblica.it
^ Le eccezioni: Isaia 66,3; Sapienza 1,6; Siracide 3,16.
^ 19,4.6.22
^ 1,18
^ 8,4;9,28;10,34
^ 35,12-13
^ 3,96
^ 24,16
^ 20,7
^ 19,7
^ 9,28
^ 36,18
^ "Avvenire" online, La preghiera, un farmaco Archiviato il 26 novembre 2007 in Internet Archive..
9
^ Hans Währisch, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, EDB, Bologna, 1976, p. 181
^ 6,11
^ 13,6;16,11.21
^ 2,24
6,1
^ 16,9
2,5
^ 2,10-12
^ 5,21
^ 9,2-3
^ 2,7
^ 10,36
^ 14,64
^ 26,65
^ 15,29
^ 22,65
^ 4,4
^ 2,9
^ 13,45;18,6
^ 1,13
^ 5,16
^ 4,31
^ 3,8
^ 6,4
^ 3,2
^ Hans Währisch, βλασφημέω, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, cit., p. 182.
^ 3,28
^ 12,31
^ 3,29
^ Eduard Schweitzer, Il vangelo di Marco, Paideia, 1971, ISBN 88-394-0579-8, p. 94.
^ Adolf Schlatter, Erläuterungen zum NT, ISBN 3-7668-0189-9, Mt 12,32
^ Lemma "porco" sul dizionario De Mauro, su old.demauroparavia.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
^ Ragazzi di vita, Una vita violenta.
^ Ragazzi di vita.
^ Lemma "Dio" sul dizionario De Mauro, su old.demauroparavia.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
^ Linx Edizioni - per le scienze
^ Linx Edizioni - per le scienze
^ Etimologia : perdinci, perdina, perdicoli
^ Linx Edizioni - per le scienze
^ Definizione di "càntero" sul De Mauro.
^ Qualcuno, come Émile Durkheim, interpreta che ciò dipende dal fatto che tali religioni sono caratterizzate dalla separazione tra sacro e profano (The Elementary Forms of the Religious Life, Londra, George Allen & Unwin, 1915, p. 36)
^ Equivalenti per chi vuole e non vuole bestemmiare.
^ La pianta principale del cavolo-broccolo in Roma è detta una cima, e i suoi rigermogli cacchi. Quindi la morale dell'Offendi i minori e rispetta i grandi.
^ Vacci col bimolle, adagio, tenuamente.
^ Una donna che siasi usurpata l'autorità dell'uomo, dicesi in Roma essersene messa i calzoni: e perciò qui Cristo deve riprendersi i suoi calzoni, poiché presso il volgo di questa città la Madonna va sempre dinnanzi al figliuolo, ed anche al padre del figliuolo.
^ Legami delle calze attorno a' ginocchi: qui «perder pazienza».
^ Sinonimo di «bestemmia».
^ Cioè ti fulmina e/o ti manda all'inferno
^ Sonetto n. 647. L'imprecazzione
^ natural born killer - assassini nati - Dwight McClusky (ITA) - YouTube
Raffaele Panizza, Quando il Mosconi ronzava fuori onda, in Panorama, 17 agosto 2006. URL consultato il 15 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2017).
^ Giacomo Pisani, Il caso Germano Mosconi, su il Nido del Cuculo - la rivista. URL consultato il 30 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2010).
^ Il benzinaio e gli altri eroi banali Sul web una gaffe dà la celebrità, in il Giornale, 22 ottobre 2007. URL consultato il 15 settembre 2018.
Bibliografia
Raymond Deville, Voce Bestemmia, Dizionario di Teologia Biblica, coll. 134-136, Marietti, Casale Monferrato, 1971, ISBN 978-88-211-7302-8
Hans Währisch, Voce Bestemmiare, offendere, Dizionario dei Concetti Biblici del Nuovo Testamento, EDB, Bologna, 1976, ISBN 88-10-20519-7
Voci correlate
Dio
Esecutori contro la Bestemmia
Parolaccia
Legge sul sacrilegio
Vilipendio della religione
Altri progetti
Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni sulla bestemmia
Collabora a Wikizionario Wikizionario contiene il lemma di dizionario «bestemmia»
Collabora a Wikinotizie Wikinotizie contiene notizie di attualità su bestemmia
Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su bestemmia
Collegamenti esterni
Bestemmia, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata
(EN) Bestemmia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
Tutela penale della religione a cura di Laura De Gregorio e Vincenzo Pacillo - Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose
Bestemmie e gioco d'azzardo nel Medioevo, su airesis.net.
Scheda informativa sulla bestemmia sul sito dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR)
Il secondo comandamento dal Catechismo della Chiesa cattolica, su vatican.va.
Controllo di autorità LCCN (EN) sh85014784 · GND (DE) 4157953-7
Diritto Portale Diritto
Religioni Portale Religioni
Categoria: Blasfemia e sacrilegio| [altre]
Menu di navigazione
Accesso non effettuatodiscussionicontributiregistratientraVoceDiscussioneLeggiVisualizza wikitestoCronologiaRicerca
Cerca in Wikipedia
Pagina principale
Ultime modifiche
Una voce a caso
Nelle vicinanze
Vetrina
Aiuto
Sportello informazioni
Comunità
Portale Comunità
Bar
Il Wikipediano
Fai una donazione
Contatti
Strumenti
Puntano qui
Modifiche correlate
Carica su Commons
Pagine speciali
Link permanente
Informazioni pagina
Elemento Wikidata
Cita questa voce
Stampa/esporta
Crea un libro
Scarica come PDF
Versione stampabile
In altri progetti
Wikimedia Commons
Wikiquote

In altre lingue
Català
Deutsch
Ελληνικά
English
Français
Hrvatski
Ligure
Lumbaart
Vèneto
Altre 40
Modifica collegamenti
Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 5 feb 2019 alle 20:46.
Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.
JollyKawaii Mar 1, 2019 10:33 AM
1,1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. 10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: 25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

2,1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4 Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro 12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse:
«Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

3,1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
14 Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15 Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
16 Alla donna disse:
«Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà».
17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
18 Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!».
20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì.
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». 23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. 24 Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.

4,1 Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». 2 Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». 8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». 10 Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». 13 Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». 15 Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
17 Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. 18 A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. 19 Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. 20 Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. 21 Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. 22 Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
23 Lamech disse alle mogli:
«Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24 Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette».
25 Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso».
26 Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.

5,1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. 3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.
6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.
9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie. 14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.
15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.
18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.
25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì.
28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì.
32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.

6,1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3 Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».
4 C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. 6 E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7 Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». 8 Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
9 Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10 Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. 11 Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
12 Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
13 Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. 14 Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. 15 Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 16 Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.
17 Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. 18 Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. 19 Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. 20 Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. 21 Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro». 22 Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.

7,1 Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto». 5 Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
6 Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. 7 Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8 Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9 entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
10 Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; 11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 12 Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. 13 In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: 14 essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. 15 Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. 16 Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
17 Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. 18 Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. 19 Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. 20 Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
21 Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. 22 Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
23 Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.
24 Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.

8,1 Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. 2 Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; 3 le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. 4 Nel settimo mese, il diciassette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. 5 Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
6 Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. 7 Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. 8 Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; 9 ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca. 10 Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca 11 e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. 12 Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.
13 L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. 14 Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta.
15 Dio ordinò a Noè: 16 «Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. 17 Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».
18 Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. 19 Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall'arca. 20 Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare. 21 Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
22 Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».

9,1 Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. 3 Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. 4 Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. 5 Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
6 Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l'uomo.
7 E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».
8 Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: 9 «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi; 10 con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. 11 Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».
12 Dio disse:
«Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con voi
per le generazioni eterne.
13 Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
14 Quando radunerò
le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi
15 ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.
16 L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra».
17 Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».
18 I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. 19 Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra.
20 Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. 21 Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda. 22 Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. 23 Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto.
24 Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; 25 allora disse:
«Sia maledetto Canaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!».
26 Disse poi:
«Benedetto il Signore, Dio di Sem,
Canaan sia suo schiavo!
27 Dio dilati Iafet
e questi dimori nelle tende di Sem,
Canaan sia suo schiavo!».
28 Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. 29 L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì.

10,1 Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio.
2 I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras.
3 I figli di Gomer: Askenaz, Rifat e Togarma.
4 I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli di Rodi.
5 Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole nei loro territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni.
6 I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan.
7 I figli di Etiopia: Seba, Avìla, Sabta, Raama e Sàbteca.
I figli di Raama: Saba e Dedan.
8 Ora Etiopia generò Nimrod: costui cominciò a essere potente sulla terra.
9 Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò si dice: «Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore». 10 L'inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di Sennaar. 11 Da quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir e Càlach 12 e Resen tra Ninive e Càlach; quella è la grande città.
13 Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab, Naftuch, 14 Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei.
15 Canaan generò Sidone, suo primogenito, e Chet 16 e il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo, 17 l'Eveo, l'Archita e il Sineo, 18 l'Arvadita, il Semarita e l'Amatita. In seguito si dispersero le famiglie dei Cananei. 19 Il confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in direzione di Sòdoma, Gomorra, Adma e Zeboim, fino a Lesa. 20 Questi furono i figli di Cam secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei loro territori e nei loro popoli.
21 Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber, fratello maggiore di Jafet, nacque una discendenza.
22 I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram.
23 I figli di Aram: Uz, Cul, Gheter e Mas.
24 Arpacsad generò Selach e Selach generò Eber. 25 A Eber nacquero due figli: uno si chiamò Peleg, perché ai suoi tempi fu divisa la terra, e il fratello si chiamò Joktan.
26 Joktan generò Almodad, Selef, Ascarmavet, Jerach, 27 Adòcam, Uzal, Dikla, 28 Obal, Abimaèl, Saba, 29 Ofir, Avìla e Ibab. Tutti questi furono i figli di Joktan; 30 la loro sede era sulle montagne dell'oriente, da Mesa in direzione di Sefar.
31 Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e le loro lingue, territori, secondo i loro popoli.
32 Queste furono le famiglie dei figli di Noè secondo le loro generazioni, nei loro popoli. Da costoro si dispersero le nazioni sulla terra dopo il diluvio.

11,1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2 Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». 5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
10 Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando generò Arpacsad, due anni dopo il diluvio; 11 Sem, dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e generò figli e figlie.
12 Arpacsad aveva trentacinque anni quando generò Selach; 13 Arpacsad, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.
14 Selach aveva trent'anni quando generò Eber; 15 Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.
16 Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg; 17 Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni e generò figli e figlie.
18 Peleg aveva trent'anni quando generò Reu; 19 Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò figli e figlie.
20 Reu aveva trentadue anni quando generò Serug; 21 Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò figli e figlie.
22 Serug aveva trent'anni quando generò Nacor; 23 Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e generò figli e figlie.
24 Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach; 25 Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni e generò figli e figlie.
26 Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran.
27 Questa è la posterità di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot. 28 Aran poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei. 29 Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca. 30 Sarai era sterile e non aveva figli.
31 Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
32 L'età della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì in Carran.

JollyKawaii Feb 21, 2019 10:23 AM
oof
JollyKawaii Feb 20, 2019 10:22 PM
oof
JollyKawaii Feb 19, 2019 10:31 PM
cara ann oof
JollyKawaii Feb 18, 2019 10:50 AM
oof
JollyKawaii Feb 17, 2019 10:14 PM
oof
JollyKawaii Feb 17, 2019 7:07 AM
oof
JollyKawaii Feb 15, 2019 12:58 PM
oof
JollyKawaii Feb 11, 2019 11:30 PM
mmnm che dire
It’s time to ditch the text file.
Keep track of your anime easily by creating your own list.
Sign Up Login